Le logge Vasariane

Lo stupendo loggiato nella piazza del Municipio di Castiglion Fiorentino è un’architettura rinascimentale che non solo arricchisce la piazza in maniera elegante ed artistica, ma incornicia, attraverso i suoi fornici, l’armonioso panorama della Valle di Chio.
Le prime notizie scritte riguardanti Castiglion Fiorentino risalgono alla fine del X secolo, e l’inizio dell’ XI sec, chiamato all’epoca Castiglione.
Nel 1014 viene citato Castillione Aretino quale insediamento coincidente con l’area Cassero attuale. Il centro abitato, circondato da un anello di strade, fu cinto di mura realizzate circa in un trentennio: 1220-1250.
L’andamento di queste mura determinò ad oriente dell’acropoli castiglionese la profondità della futura piazza del comune e la posizione delle Logge Vasariane.
Già nel Medioevo si può dare per certa la presenza di una loggia pubblica mercantile costruita in legno, infatti una delle primitive funzioni di queste logge era proprio quella di ospitare il mercato.
La loggia pubblica in periodo rinascimentale veniva realizzata nelle aree più centrali degli insediamenti urbani, in quanto serviva sia come fregio alla piazza o al borgo maestro, sia per elevare il prestigio del centro. La loggia quindi diviene elemento di promozione economica e di coesione sociale.
Leon Battista Alberti nel suo trattato “De re aedificatoria” sostiene la necessità della presenza di un foro o una grande piazza in una città nella quale piazza “costituirà ornamento la presenza di un elegante porticato sotto il quale gli anziani possano passeggiare, sedersi, fare la siesta e sbrigare reciproche incombenze”.
Bisogna sapere che proprio l’Alberti è uno degli architetti e letterati che di più lavorò con grandissimo rigore nella ricerca dele basi di questo nuovo modo di costruire che sarà poi definita architettura rinascimentale, figlia di un Umanesimo con lo sguardo rivolto verso la classicità antica.
Infatti proprio dallo studio e dalle basi della cultura classica muove tutta la sua nuova proposta il pensiero rinascimentale, interpretato e filtrato attraverso i protagonisti dei due secoli (XV e XVI) che proiettarono l’Italia e di seguito il mondo intero dalla cultura medioevale a quella moderna.
Alberti ha infatti la possibilità di osservare studiare e disegnare gli edifici antichi durante il suo soggiorno a Roma, luogo unico nel suo genere in Italia per poter amirare le architetture classiche.
Nel 1513, a realizzazione delle idee albertiane, viene costruita la nuova loggia di Castiglione “a più utile et honore di detto comune” dai maestri muratori Bernardo del Ghirba e Filippo di Bellinzona.
La loggia, posizionata in fronte al palazzo comunale, faceva da filtro tra l’antica piazza del Pietrone (attualmente piazza del Municipio) e l’apertura sulla Valle di Chio.
Alla metà del sec. XVI le logge versavano già in cattivo stato. Nel 1558 la famiglia Tizi si offrì di riedificare la chiesa di S. Sebastiano con apertura sotto le logge e le logge stesse che avevano mostrato cedimento degli ambienti sottostanti. Alla nuova disposizione interna della piccola chiesa corrisponde un’ampia ristrutturazione delle logge, avvenuta con tutta probabilità con la supervisione dell’architetto di fiducia del Granduca Cosimo I, Giorgio Vasari che lo accompagnava sempre nelle visite in Val di Chiana.
Giorgio Vasari era nato ad Arezzo nel 1511 e morì a Firenze nel 1574.
L’attribuzione delle Logge al Vasari è giustificata dai lavori di restauro, eseguiti tra il 1560 e il 1570, periodo in cui venne posto lo stemma mediceo.
I pilastri e le modanature dei fornici in pietra si stagliano dal fondo ad intonaco bianco mettendo in risalto una tradizione fiorentina sviluppata da Filippo Brunelleschi che Vasari conosceva molto bene
Da qui dunque l’appellativo “vasariane” che le accomuna alle ben più importanti logge aretine di poco successive. Il Tonieri afferma che l’edificio fu ultimato nel 1571, mentre quello aretino inizia solo due anni più tardi.
Nel 1773 le tre arcate delle logge con vista sulla Valle vennero murate per scopi di stabilità e forse anche per riparare la piazza dal vento e consentire un maggiore spazio espositivo delle merci in vendita per il mercato settimanale “in die veneris (il giorno di venerdì).
Nell’anno 1929 il podestà Cesaroni fece riaprire i tre archi come ricorda una lapide laterale.
Bibliografia utilizzata:
“ Logge Mercantili di Toscana” di Marco Bini e Carmelo Serafini.
“Storia dell’architettura del Rinascimento” di Leonardo Benevolo
a cura di Lucio Minigrilli
Trofeo Castiglione
A.O.T.C.
Opera di Lucio Minigrilli