Le Nostre Storie in Castiglion Fiorentino

Sezione: Le Nostre Storie

La storia del “Casale di Brolio”

La storia  del “Casale di Brolio”

Le Nostre Storie

L’avventura castiglionese di Marcello Barducci inizia nel 2001. In quell’anno prendono il via i lavori di ristrutturazione alla fattoria che trasfromerà nel “Casale di Brolio”. Un lavoro certosino dove la tradizione, sono stati recuperati gli elementi originali della struttura, e la tecnologia, le 4 camere e due suite sono dotate di ogni comfort, si sono unite, amalgamate, trasformando il “Casale di Brolio”  in un ambiente unico,  originale e confortevole. “Senza passione tutto questo non sarebbe mai nato” afferma con orgoglio Barducci indicando l’edificio. Una passione che parla del territorio con i suoi tesori d’arte e con i suoi prodotti enogastronomici. Una passione che racconta della vita genuina, semplice,  caratterizzata dai colori e dagli aromi della campagna. La struttura, costruita a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 900, sorge lungo il crinale di Brolio, nel comune di Castiglion Fiorentino. Da qui è possibile ammirare tutta la Valdichiana con i suoi incantati borghi che raccontano di un passato glorioso e di un futuro prosperoso. Ovunque è arte e architettura come le famose colmate, quel sistema di bonifica, realizzato da Vittorio Fossombroni alla fine del 1700, che ha reso la Valdichiana un terreno fertile e coltivabile. In questo ambiente incantato permeato di storia e di cultura si trova, dunque, il “Casale di Brolio”. “Qui è possibile realizzare qualsiasi desiderio – continua Barducci – perchè vi assicuro la  vostra vacanza si trasformerà in una vera e propria esperienza di vita”. L’ospite, infatti, potrà “costruire” il proprio soggiorno in base alle proprie esigenze. A partire dai menù dei pranzi o dai corsi di cucina personalizzati. Ma non è tutto. Grazie alla strategica posizione dal “Casale di Brolio” sono facilmenti raggiungibili i migliori campi da golf italiani. E per chi vuole guardare la Valdichiana con occhi e prospettive diverse, a poche centinaia di metri si trova il Sentiero della Bonifica, il Casale mette a disposizione degli ospiti le biciclette elettriche oltre a vespe vintage. “E dalla prossima estate – aggiunge – metteremo a disposizione dei nostri amici stranieri un cellulare con scheda pre-pagata. In questo modo avranno  una receptionist in madrelingua 24 ore su 24”. Il “Casale di Brolio” vi accompagna nel soggiorno come fa un cavaliere con la sua dama. Vi prende sottobraccio e vi guida ai piaceri della vita. Un pranzo a bordo di una piscina, una passeggiata nella splendida campagna castiglionese, un pomeriggio alla scoperta dei luoghi incantati. Quindi se avete un sogno ma non sapere come esaudirlo oggi la vostra “lampada di aladino” si chiama “Casale di Brolio”.

La Storia dei “Casali in Val di Chio”

La Storia dei “Casali in Val di Chio”

Le Nostre Storie

Raccogliere l’eredità del passato trasformandola in una fiorente attività. Una sfida certamente non facile ma che Lidia e Roberta hanno accettato e vinto con onore. Hanno trasformato dei vecchi casali di famiglia in agriturismi di prestigio. “Il nostro intento – affermano le due cognate-amiche – è stato sempre quello di offrire ai visitatori un’atmosfera dal sapore antico”. Ed è proprio questo quello che si respira visitando i “Casali in Val di Chio”. Case coloniche, borghi medievali e antiche roccaforti militari. Secoli di storia e di tradizioni millenarie hanno segnato queste antiche mura. Un patrimonio storico-artistico che se non opportunatamente recuperato poteva scomparire nel nulla. Ma grazie alla lungimiranza delle due cognate gli edifici, oggi, stanno vivendo una nuova “vita”, una nuova avventura che si chiama, appunto, “Casali in Val di Chio”. Ci troviamo nella valle più suggestiva e forse ancora poco conosciuta di Castiglion Fiorentino. Qui, sembra che il tempo non sia mai trascorso. I ritmi frenetici della vita moderna non oltrepassano la strada e nella campagna circostante domina il tranquillo silenzio. I contadini con il loro lavoro conservano inalterato un paesaggio unico ed inconfondibile nel quale si ergono maestosi i casali della famiglia Buccelletti. “Le prime testimonianze della nostra famiglia – raccontano Lidia e Roberta – risalgono al 1600”. E adesso come allora tutte le attività intraprese hanno un solo fine: valorizzare il territorio. Ma senza competenza e professionalità i “Casali in Val di Chio” non avrebbero mai potuto ritagliarsi un posto di tutto rispetto nel campo della ricezione turistica. Ecco che Lidia e Roberta ritornano sui banchi di scuola frequentando un corso di 6 mesi organizzato dalla Regione Toscana. Successivamente realizzano il logo dell’azienda e cominciano a frequentare le più importanti fiere europee del settore. Intanto, siamo nel 1996, termina la ristrutturazione del casale “Villa La Guardata”. “E’ il primo immobile – continuano all’unisono – che abbiamo rimesso a nuovo. Prende il via così la nostra nuova avventura lavorativa e otteniamo la licenza n. 5”. Da allora gli anni vengono scanditi dalle continue ristrutturazioni e dagli innumerevoli successi lavorativi. Nel 1998 viene ristrutturato “Borgo Santo Stefano”. Nel 2000 sarà la volta di “Villa San Martino” e infine nel 2008 vengono ultimati i lavori di “Borgo Gaggioleto”.  I casali, che contano complessivamente 45 posti letto e tutti dotati di piscina, portano i nomi degli antichi siti in cui furono costruiti a partire dal XIII secolo. “I lavori improntanti nel rispetto delle regole artistiche e ambientali – precisano le due cognate – sono stati lunghi e laboriosi. Siamo state, infatti, una delle prime aziende ad avere la certificazione iso 14.001. Abbiamo conservato tutti i materiali originali oltre ad aver arredato i casali con cura rispettando tutti gli ambienti. Il nostro intento è sempre stato quello di ricreare l’essenza della vita di una volta!” Ed ora, dopo 16 anni di attività, Lidia e Roberta hanno davanti a loro una nuova sfida. “I mercati ce lo chiedono – affermano – se vuoi rimanere al passo con i tempi non ti devi mai fermare”. Ecco che ogni anno durante il mese di gennaio leggono le recensioni dei clienti, alcuni dei quali sono diventati dei veri e propri amici, e cercano di modificare, migliorare le proprie strutture in base ai suggerimenti. C’è chi preferisce trascorrere intere giornate nelle cantine dell’azienda Buccelletti,  ogni anno produce 20 mila bottiglie. C’è chi invece decide di vivere la vera vita dei contadini. Partecipano, così, alla vendemmia o alla raccolta delle olive. Imprenditrici finlandesi hanno addirittura creato anche un blog sull’esperienza vissuta. Alcune signore, invece, si dilettano in corsi di cucina, famosa la tradizionale ciaccia di pasqua, o si “coccolano” con degustazioni enogastronomiche. Fin qui il passato e il presente, ma quale sarà il futuro di Lidia e Roberta?  “Speriamo – sostengono – che alcuni dei nostri 5 figli intraprendano questa entusiasmante avventura. E poi abbiamo un sogno nel cassetto che speriamo di realizzare. Ci piacerebbe ristrutturare un vecchio mulino”. E conoscendo le due imprenditrici, donne energiche ed entusiaste della vita, centreranno, ne siamo sicuri, anche questo obiettivo.

Storia del B&B “La Casa del Frate”

Storia del B&B “La Casa del Frate”

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Oggi via Cavour è un agglomerato di case. Ma un tempo lì sorgeva una sola abitazione…la “Casa del Frate”. Tutti gli anni dall’inizio dell’autunno e fino alla fine del mese di febbraio i frati francescani del santuario de “La Verna” soggiornavano nell’antico “ospizio”. Arrivavano a Castiglion Fiorentino per la “cerca”. La “cerca” non era altro che l’avventura che intraprendeva, in questo caso, un religioso per raccogliere le offerte e le donazioni della gente o meglio dei benefattori del luogo. Olio, vino ma anche soldi. Insomma era in “cerca”, appunto, di tutte quelle ricchezze che il territorio gli poteva offrire. Ed oggi quel luogo denso di storia e carico di atmosfera è diventato un B&B. L’aria che si respira è sempre la stessa anche se i frati ormai non ci sono più. Al loro posto ci sono i turisti, i visitatori, gli ospiti che decidono di trascorrere qualche giorno sereno a Castiglion Fiorentino. “Ma qualche volta il rito della cerca si ripete” afferma sorridendo Paola Bernardini la titolare della struttura. Infatti, sempre più turisti arrivano nel paese della Torre del Cassero e in generale in Toscana per comprare i prodotti enogastronomici. Vino, olio, miele e formaggi. Un acquisto se non a chilometri zero ma almeno genuino. La storia della “Casa del Frate” si perde nella notte dei tempi. Le prime testimonianze risalgono al 1801, è la data incisa nel pozzo che si trova in giardino. Ma c’è chi pensa che almeno dal 1700 questo luogo veniva frequentato dai frati francescani. L’ultimo religioso che ha soggiornato in via Cavour si chiamava Fra’ Gregorio Renzi ed era originario di Sestino. “Per la mia famiglia – continua Paola – era più che un grande amico. Era considerato, a ragione, come un membro della famiglia”. E il ricordo di questo grande amico-frate è ancora presente nella struttura. Paola conserva un suo rosario, una sua bibbia e una foto. “In questo modo lo sento ancora vicino a me e alla mia famiglia, mi sembra che mi protegga dall’alto” dichiara. E a lui sono dedicate anche due delle tre stanze. Si tratta della “Camera di Gregorio” e della “Cantina del frate”. L’altra si chiama la “Camera della Santina”, una lontana parente della famiglia Bernardini. Alla “Casa del Frate” la sobrietà e la comodità diventano un solo stile. “L’idea di trasformare l’ospizio francescano in un B&B – racconta Paola – mi è venuta nel 2000 ma solo 4 anni dopo ho intrapreso questa nuova ed entusiasmante avventura”. E da allora la “Casa del Frate” viene visitata da decine di turisti. C’è chi è in cerca di tranquillità, chi è affamato di storia e di cultura, chi invece, forse più prosaicamente, vuole solo ritemprare il corpo con le delizie enogastronomiche del territorio. E alla “Casa del Frate” caro viandante puoi soddisfare ogni tuo desiderio.

Storia del “Residence Le Santucce”

Storia del “Residence Le Santucce”

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Basta solo un passo. Solo un passo in avanti e la macchina del tempo entra in azione portando indietro le lancette dell’orologio fino al profondo Medioevo. È questa la sensazione che si prova quando si oltrepassa la soglia d’ingresso del residence “Le Santucce”. Fuori c’è il mondo con le sue contraddizioni e dentro si respira soltanto pace e tranquillità. La struttura prende vita dal vecchio monastero delle “Santucce” che il bombardamento del 19 dicembre 1943, siamo in piena seconda guerra mondiale, distrugge parzialmente. E la testimonianza che quest’angolo di Castiglion Fiorentino un tempo era un centro religioso vitale e nevralgico viene testimoniato anche dalla presenza della piccola chiesa sempre delle “Santucce” che si trova adiacente al residence. Ma chi sono le “Santucce” ?

La storia narra di una nobil donna eugubina tale Santuccia Carabotti che insieme al marito decide di vivere l’ideale evangelico e quindi di prendere i voti monastici consacrandosi a Dio. Dalla religiosa, quindi, prese il nome l’ordine delle benedettine “Ordo santucciarum”, “Le Santuccie” appunto, fondato nel 12esimo secolo. La famiglia Tanganelli, Alfeo e la moglie Miranda con i 3 figli, da sempre vivono accanto al vecchio monastero. E in tutti questi anni, ogni qualvolta, che aprivano le finestre della propria abitazione vedevano solo macerie, distruzione e abbandono. “Qui bisogna fare qualcosa” si ripetevano quotidianamente. E così è stato. La decisione di acquistare la struttura che nel frattempo era stata suddivisa in più proprietari si concretizza nel 1990. “Per prima cosa ho comprato – racconta Alfeo Tanganelli – una gru. Era altissima perché dovevo sorvolare tutti i tetti delle case limitrofe”. Dopo 60 anni di oblio, dunque, il monastero ritorna a nuova vita. Castiglion Fiorentino si riprende un pezzo di storia. Tutto questo grazie alla passione della famiglia Tanganelli che impiega quasi 10 anni per rendere un cumulo di macerie un’affascinante dimora. “Durante il primo periodo – continua – ho setacciato tutte le rovine. In un deposito d’acqua piovana, per esempio, ho trovato marmi, pietre e stemmi che poi ho riutilizzato nella ristrutturazione”. Un lavoro certosino che dispensa ottimi frutti. “Il progetto prendeva forma con il passare dei giorni – sostiene Alfeo Tanganelli – e ogni mattina Adriano Salvietti, un ottimo muratore, ed io ci confrontavamo e insieme decidevamo il lavoro della giornata”. Ci sono voluti 7 anni ma oggi è possibile ammirare e vivere in un luogo affascinante. La struttura può ospitare fino a 40 persone.

Ci sono camere ma anche piccoli appartamenti con dei spazi comuni come la sala colazione o la sala conferenze. Nell’arredamento, semplice ma confortevole, si nota il tocco di una mano femminile. “E’ quella di mia moglie Miranda – continua Alfeo – la quale, tra le altre cose, ha abbellito le pareti del residence con i suoi acquerelli”. Ad accogliere i visitatori che arrivano da ogni parte del mondo Luisella e Raffaella Tanganelli. “Abbiamo un rito – affermano – ad ogni ospite chiediamo d’indicare la loro città di provenienza nella cartina geografica che si trova all’ingresso del residence. Ed oggi, dopo qualche anno, possiamo dire di avere un intero mondo ‘spillato”. Nell’antico monastero, oggi, residence “Le Santucce” si respira la storia, la vita.

La storia del “Casolare Il Condottiero”

La storia del “Casolare Il Condottiero”

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Nel 1383 John Hawkwood, il condottiero medievale che Niccolò Macchiavelli italianizzò in Giovanni Acuto, per volere dei signori di Firenze prese dimora a Montecchio Vesponi. Le sue gesta ancora oggi vengono ricordate nelle innumerevoli esibizioni folkloristiche che si tengono ogni anno a Castiglion Fiorentino. E c’è un giovane imprenditore castiglionese, Luca Fabianelli, che ama pensare che proprio sul suo oliveto, sulla sua proprietà Giovanni Acuto armato di spada abbia prima combattuto i nemici e poi conquistato il cuore di qualche donzella. Per questo motivo ha deciso di “battezzare” la sua casa vacanze con il nome di “Casolare Il Condottiero”.

“Il casolare – afferma Luca con una punta di orgoglio – è un’idea che coltivavo fin da piccolo, da quando già estremamente innamorato della mia terra, la Toscana, desideravo condividere questa mia passione con turisti, stranieri, visitatori e viaggiatori”. Il “Casolare Il Condottiero” è in perfetta armonia con l’ambiente che lo circonda. In una posizione panoramica, dista soli 300 metri dal maestoso Castello di Montecchio, è circondato da oliveti e piccoli boschi. Ad ogni passo si respira il “profumo” di storia antica fatta di lotte e di battaglie ma anche di amori e di corteggiamenti. E proprio in questo tranquillo fazzoletto di terra Luca è nato e cresciuto. Qui è stato il testimone inconsapevole del  passare del tempo scandito da gioie e dolori. Tristezza, come quando ha cambiato la propria residenza. “Dal momento del mio trasloco la sola idea di tener chiusa quella che da sempre era stata la mia amata casa mi faceva stare male – continua – e non appena mi si è presentata l’occasione di trasformarla in una casa vazanze non c’ho pensato due volte”. Nel 2009 è nato così il “Casolare Il Condottiero”. La struttura mantiene ancora oggi inalterata l’essenza di una casa, accogliente e volutamente protettiva dalle insidie dell’ambiente esterno. L’edificio, può ospitare fino a 11 persone, è circondato dalla natura incontaminata. 3 ettari di terreno con piscina adibiti a giardino con un piccolo bosco e un oliveto.  Qui, un tempo, scorrazzavano i cani di Luca e oggi è ancora possibile scorgere sia dei piccoli scoiattoli che delle veloci quanto furbe volpi. “Un turbine di ricordi – racconta ancora Luca Fabianelli – pensieri, emozioni che solo a ripercorrerli nella mia mente mi fanno rivivere quegli intensi momenti…momenti che spero che i visitatori possano godere con assoluta gioia e spensieratezza”.  Al “Casolare Il Condottiero” c’è la possibilità di organizzare escursioni trekking o in mountain bike con guide locali, alla scoperta dei sentieri del territorio. Corsi di ceramica, di pittura, tour enogastronomici e molto altro ancora. “Spero che i visitatori – conclude Luca Fabianelli – possano passare uno splendido soggiorno nella mia amata casa”. Ed è così visto che sempre più ospiti ritornano al “Casolare Il Condottiero”.

I Sapori della Tradizione

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Storia e Cultura

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